Il metodo SIC nasce per cercare di realizzare le piene possibilità della collaborazione via internet anche in campo narrativo. Finora abbiamo cercato di dimostrare che il metodo funziona: abbiamo scritto tre racconti; ne sono in produzione altri due più un romanzo; nei prossimi due mesi ne inizieremo altri sei. Se queste prime produzioni mostreranno di aver superato o almeno ampliato i limiti tradizionali della scrittura collettiva (frammentarietà del testo, competizione tra scrittori, inefficienza del processo di scrittura), avremo già raggiunto un ottimo risultato, che non sarebbe tanto la dimostrazione della bontà del metodo SIC, quanto dei principi su cui questo si basa.
Al di là della possibiltà del metodo, si aprono strade inesplorate. Sarebbe certo ingenuo prendere a sostenere adesso che quattro persone, se scrivono insieme (anche se scrivono bene insieme), scrivono meglio di una. Cominciamo piuttosto chiederci quali siano le potenzialità specifiche della scrittura collettiva (in generale), ossia quali tipi di racconti e di romanzi si possono scrivere solo collettivamente, quali sono i libri che un individuo solitario non potrebbe scrivere mai.
Io immagino un romanzo sterminato, un libro che sia:
- Una raccolta di una conoscenza enciclopedica della realtà.
- Un'espressione di una vastità di punti di vista.
- Un'invenzione credibile e completa di un mondo rappresentato.
- Ciononostante un romanzo.
Qualcosa di simile a un romanzo enciclopedico (alla Mendelson) e totale (alla Garcia Marquez), e sinfonico (cioè composto da numerose polifonie, alla Bacthin). Qualcosa di simile a un Infinite Jest che tratti tutti gli argomenti possibili...
Non so se sarà possibile tentare un'impresa del genere, né se il metodo di scrittura collettiva come l'abbiamo finora elaborato sia sufficientemente potente. Ma se per lavorare insieme servono delle motivazioni forti, per lavorare a un libro insieme a decine di sconosciuti servono le più alte aspirazioni.
E quale aspirazione più alta che scrivere qualcosa che non è mai stato scritto?
commenti
frammentazione vs unione
Una volta l'ottimo IlPaura, discutendo della sua mirabile tesi su cittadinanza e sua percezione, disse che "personaggi precari" era la risposta alla crisi del romanzo, derivante dalla eccessiva complessità della realtà globale. In un epoca di società unica, globalizzata e schizofrenica, opere come "Anna Karenina", che raccontano una storia ma descrivono in modo esaustivo un mondo, sono impossibili. Non a caso, aggiunsi in quel prolifico dibattito, gli ultimi due "Grandi Romanzi" intesi come romanzi che assolvono a questo compito, sono L'Ulisse (che è schizofrenico o comunque multiplo) e La Recherche (che sono 506463 volumi). Ergo, raccontare una realtà contemporanea, dove l'identità è liquida (e spesso di scarso peso specifico), è possibile solo parcellizzando, separando, escludendo, raccontando frammenti, momenti, attimi, mescolando pensiero e azione, dramma e battuta, idealismi e cinismi. Ora, è chiaro che IlPaura esagerava e mi lusingava: la risposta alla crisi del romanzo non è "personaggi precari", è la SIC ^__^
A parte gli scherzi: se la SIC riuscirà a generare un romanzo enorme, questo potrebbe, per modalità di creazione, cogliere lo zeitgeist che DFW pur col massimo impegno e 1000 pagine non coglie? Si, ma solo se anche tutti gli scrittori coinvolti condivideranno l'obiettivo senza farsi condizionare da esso, e naturalmente se ci sono abbastanza scrittori di qualità e soprattutto dei DA eccelsi, status al quale ancora siamo ben lungi da arrivare... Questo discorso poi aprirebbe un fronte su cos'è un membro "bravo" di un GS e cos'è un bravo DA, e un secondo fronte sulla questione delle opere SIC condivise fin dall'inizio, fronti cazzuti che mi tengo per uno dei prossimi post.
musica
peterpoe: gli infiniti (o bach)
sarmigezetusa: i contrasti (o beethoven)
potreste fare che chi non
potreste fare che chi non entra nel g6 passa al g7, etc?