In un meritorio post sui contenuti del Litcamp, Hermans JI si mostra critico su almeno tre punti:
- Il punto "S": la Scrittura SIC non guarda al futuro, che è quello della scrittura collettiva (del blogging collettivo) in cui i testi fioriscono dall'anarchia e dalla collaborazione spontanea.
- Il punto "I": la scrittura Industriale non è la ricetta per un libro "buono", ma anzi riduce un libro a un prodotto "industriale" nel senso più deteriore, nello stesso modo in cui gli Ovini Kinder rappresentano la degenerazione industriale delle uova di pasqua.
- Il punto "C": la scrittura industriale Collettiva non è veramente collettiva perché c'è un "capo dell'impresa", un "imprenditore": il direttore artistico.
Tre critiche, tre risposte:
- S: è vero che la SIC propone un passo indietro rispetto alle tendenze più all'avanguardia della collaborazione online e del blogging collettivo. Prova ne è, abbiamo finora scartato l'utilizzo del Wiki. Ma quello che noi intendiamo fare, è produrre romanzi e racconti, opere letterarie da stampare in libri e da leggere sequenzialmente. E queste forme letterarie necessitano di un'impronta autoriale, che l'anarchia collaborativa non può garantire (vedi appunto il caso di A Million Penguins).
- I: certo, un libro SIC avrà tutto il sapore di un prodotto "industriale". Ora – a parte l'indubbio interesse che può avere la scoperta di un nuovo tipo di sapore letterario – questo non significa che il risultato finale debba essere simile a un Ovino Kinder. Potrebbe anche somigliare a una Cadillac.
- C: qui c'è un'imprecisione: il direttore artistico non è affatto il "capo dell'impresa": dovrà sempre far riferimento a un editore (a meno che non voglia autoprodursi, ma in tal caso: come lo paga il suo gruppo di scrittori?), allo stesso modo in cui nel cinema il regista deve fari i suoi amari conti col produttore. Il direttore artistico potrà ben avere intenzioni commerciali: ossia lanciarsi nella produzione di un bieco best-seller senza alcun valore; ma potrà anche essere un artista visionario, che per la forza del suo talento riesce a convincere editori e scrittori a mettersi nelle sue mani per produrre un capolavoro.
commenti
la "s", la "i" e la "c" di sic
mi scuso per il ritardo dopo l'invito a partecipare a qualche chiacchierata qui... ma come saprete meglio di me... sarebbe bello poter mettere certe dinamiche quotidiane in un piccolo processo di attesa come si fa con i computer... ma non si può
"capo dell'impresa" era uno scherzo di parole giocato su "quell'industriale" che io lo ammetto con tutta l'onesta possibile non mi piace... :) ammesso che valga a qualcosa essere "sinceri" in rete... ma qui si potrebbe aprire un altro post... sono comunque contento che abbia generato una risposta … a questo è servito il post…
partiamo e condensiamo il problema in questo "sapore industriale"... sic punta il dito sul coordinamento... ed in effetti non posso dargli tutti i torti... senza un coordinamento il materiale prodotto potrebbe essere soprattutto sul piano della lettura ingestibile... però è altrettanto vero che il "coordinamento" ha come fianco il dover traghettare il contenuto e togliere l'eccesso di contenuto ... ora questo “imbuto” ... è affidato a sua volta alla creatività di un altro … e qui che io ho delle perplessità … nel momento in cui si stabilisce la forma omogenea per la sua diffusione finale ... chi garantisce la non dignità in futuro anche del contenuto che si è … uso una parola sgradevole … scartato alla “prima” ?
Qualche questione per Hermansji. Non sarò breve.
Ma non credi che la scrittura (specialmente in rete) sia già in qualche misura industriale?
Pensa alla moltiplicazione di figure professionali avvenuta attorno all'editoria, al giornalismo ed alla pubblicità. Non è già questa una deriva industriale? Alla fine è di differenziazione e specializzazione del lavoro che stiamo parlando.. Per non parlare delle forme di scrittura più comuni su internet..
Visto che il fenomeno pare essere attuale, perchè non buttarcisi dentro, renderlo esplicito (che è sempre cosa buona e giusta) e cercare di ottimizzarlo cavandone fuori i valori e le potenzialità sue proprie?
Dici inoltre che "la scrittura Industriale non è la ricetta per un libro "buono", ma anzi riduce un libro a un prodotto "industriale" nel senso più deteriore, nello stesso modo in cui gli Ovini Kinder rappresentano la degenerazione industriale delle uova di pasqua." Ma perchè?
Se tu leggessi un racconto SIC senza sapere con che metodo è stato scritto, saresti in grado (e non è una domanda secondaria) di dedurre che si tratta un lavoro nato da una divisione di compiti fra più scrittori ed un direttore artistico? Se sì ti faccio i miei più ammirati complimenti.
Un ovetto Kinder porta le tracce evidenti del sistema industrializzato che l'ha prodotto, non è detto che ciò avvenga anche per un racconto SIC.
Quando si legge un libro, inoltre, si bada così tanto al metodo della sua produzione? Voglio dire, ci si concentra sulla storia in sé oppure sul rapporto fra la storia ed il suo scrittore? Il secondo atteggiamento forse è naturale per chi sia interessato a scrivere a sua volta ma non credo sia quello usuale né, forse, il più profittevole. Sono in tanti ad aver posto l'accento sul fatto che un libro, appena finito di essere scritto, si allontana dal suo scrittore e diviene un'entità dotata di vita propria nel mare delle interpretazioni. Perchè nella SIC non dovrebbe avvenire la stessa cosa?
"Chi garantisce la non dignità in futuro anche del contenuto che si è … uso una parola sgradevole … scartato alla “prima” ?" Nessuno.
Però, visto che del porco non si butta via niente, le schede che ho scritto le ho conservate tutte e, se mi autoconvincerò che da esse lo Spirito Assoluto spicca il volo e si libra nell'aere terso, non credo che mi si vieterà di propormi autonomamente. (Forse se ci fossero in ballo dei soldi, ma finora..)
- Il tutto sia detto per avviare una discussione -
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@Raputt
"ma anzi riduce un libro a un prodotto "industriale" nel senso più deteriore, nello stesso modo in cui gli Ovini Kinder rappresentano la degenerazione industriale delle uova di pasqua."
sono frasi di Peterpoe
Credo Raputt che sicuramente il metodo SIC è un valido sistema per scrivere un libro ... ma ho l'idea che resti solo un metodo ... è non un modo per ottenere automatizzati "buon" libri... questi ultimi sono imperfetti ... alle volte incompiuti ... non perfetti e neppure perfettibili ... alle volte persino incongruenti ... questo favorisce quell'estraniamento dall'autore... il ricorso all'interpretazione che fagocita il libro e lo trasforma in un nuovo libro ogni volta che lo si legge e si tenta di comprenderlo... mentre il metodo SIC cerca l'ottimizzazione... e per questo scarta materiale ... suona un po’ come l'effetto "copia&incolla" dell'era moderna... o come qualche plug-in che analizza il testo è fa il riassunto... ma sia detto questo al di fuori di ogni polemica ... non sono certo io a mettere i bastoni fra le ruote alla vostra idea... solo non la condivido per motivi strettamente legati a diversità di vedute sull’atto creativo…
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So che non volevi essere polemico né volevo esserlo io, si voleva solo fomentare una discussione.
Sull'effetto copia-incolla nei tempi moderni ci si deve riflettere ma in linea di principio continuo a pensare che se esiste il fenomeno e se esiste un modo valido (creativo) di copiaincollare, tanto vale ricercarlo ed ottimizzarlo. Anche perchè se volessimo fare l'elenco delle forme espressive che prevedono elementi di meccanizzazione non ce la caveremmo più.
scartare il materiale
hermansji: il metodo SIC cerca l'ottimizzazione... e per questo scarta materiale ...
sono certa che anche l'autore individuale scarta materiale! l'atto creativo non è certo un getto d'ispirazione che fa riversare su carta un perfetto capolavoro. il copincolla (così come l'elimina!) c'è in tutti i tipi di scrittura, solo che nella SIC si fondono insieme più atti creativi.
personalmente, lavorando per la SIC ho notato che sono molto migliorata nel mio modo di scrivere perché mi preoccupo molto meno di avere un prodotto "impacchettato" e pronto per essere postato su blog o quant'altro, e invece penso molto di più a cercare un contenuto originale.
la SIC ha grandissimo potenziale inventivo, colleziona molto di più di quanto possa effettivamente assemblare. dà spazio alla creatività senza però diventate, come dici tu hermansji, ingestibile sul piano della lettura.
Non si butta via proprio nulla di nulla
Non solo: tutte le schede (individuali e definitive) sono pubblicate insieme al romanzo/racconto completo qui sul sito (con licenza Creative Commons ovviamente). Un'opera SIC realizza veramente l'idea di Letteratura Open Source lanciata qualche anno fa da Wu Ming, portandola da suggestione metaforica a effettiva possibilità. Le opere SIC hanno davvero il loro "codice sorgente": le schede!
Perciò, da ogni set di schede può nascere più di un racconto/romanzo finale... Chi si sente ferrato nel Copia&Incolla, senza chiedere nulla a nessuno, può scaricare le schede (quelle di Il Principe sono già disponibili) e riassemblarle ed editarle a modo suo...
Azz, lo avevo dimenticato.
Azz, lo avevo dimenticato.
prodotto/contenuto/cut & past ...
condivido la mia esperienza in territori diversi dalla scrittura ... dico diversi ... ma potrei anche chiamarli concorrenti agguerriti … intendendo quei territori che urtano la scrittura ... alle volte la corteggiano … vezzeggiano … mettono all’angolo … quelli con cui tutti noi mentre limiamo i violoncelli o le schitarrate di carta … poi proviamo un brivido sulla schiena al suono di un vero strumento … oppure arretriamo increduli del come un tocco di pennello abbia reso viva l’idea che dalla carta … ci aveva fatto saltare dicendo … ecco … ho centrato il passo giusto … ho evocato tutto il freddo della nebbia … la pioggia sulla pelle … ma è servita almeno un pagina per creare la nostra situazione … mentre ai concorrenti è bastato sfregare una corda con l'archetto per pochi minuti ... è bastato colpire con un pennello a punta larga ed ecco già la nebbia si è disegnata dal fondo nero...
prendendo il do di petto dal modo come avete percepito le mie impressioni … quindi sono … senza volerlo essere … a tratti … già dentro un discorso che ha un incipit ma va a ronzare per fatti tutti suoi … e questo ammetto … e sempre un “bene” …
quando tempo fa comparvero i primi sequenzer per computer … si gridò allo scandalo … la musica sarebbe risultata il copia ed incolla … oddio ancora lo è … se pensiamo al dilagare delle basi tutte uguali a cui si aggiunge qua e la una voce superiore a cui si affida il compito di trovare una melodia ad effetto giusto per canticchiare qualcosa sotto la doccia … ma poi qualcuno ebbe l’intuizione di trasportare la vecchia scuola di notazione musicale all’interno dei sequenzer … lo fece dal principio aggiungendo delle piccole funzioni per editare tracce in formato midi … da qui l’evoluzione successiva … con un vero editor in formato wordprocessor … con tanto di pentagramma virtuale … e poi il ponteziamento delle piattaforme … complete e complesse … e l’avvicinarsi sempre di più di un numero di persone all’interazione con la macchina … ma con le regole canoniche della composizione … questo ibrido ha portato i suoi frutti … se ne possono ascoltare i benefici dalla musica di alcuni grandi videogiochi … fino ai film di successo … dove apprezzati compositori non si sono affidati ad orchestre in carne ed ossa … ma hanno sviluppato tutto con la forza sola di una cpu neanche tanto potente e di un complesso sistema di sequenzer … ormai questo è diventato cosa comune … ed ammetto che fa il suo brivido ascoltare la musica di CSI ad esempio è riconoscere il programma usato … un po’ come il dilagare del phitoship … ?
questo per dire che il futuro non mi spaventa in termini di approcci comunicativi … se SIC come ha detto Sapò … permette di migliorare i contenuti della scrittura ed è anche una palestra per la scrittura … questo non può che rappresentare uno dei tanti punti a favore di progetti come S.I.C. … ma sul materiale tagliato non mi trovo d’accordo … abbiamo approcci diversi … io non faccio revisioni quando scrivo … e scrivo prevalentemente di getto … ammetto di non avere uno stile … ma nemmeno ho desiderato possederlo … tempo fa qualcuno aveva paragonato i miei lavori … al vomitsong … ma di quello che si dice francamente non mi stupisco più … la tendenza umana e’ quella di catalogare con le proprie esperienze … figurarsi se non sia legittimo trovare qualche etichetta … lo faccio anche io … non potrei a mia volta rimanerne immune …
se S.I.C. si basa su un concetto di auto stimolo al fine di creare il nuovo dal nuovo e così via … il sorgente aperto mutuato dalla macchina … acquista una consistenza … non mitigando del tutto la questione del sapore “industriale” … neanche questo mi disorienta al punto di gridare allo scandalo … penso alle forme sonore che lavorate attraverso l’editing divengono qualcosa … magari una base per un loop … oppure a loro volta la nota di uno strumento totalmente inventato magari un pad … ma resta la domanda … la scrittura possiede le connotazioni per evolversi allo stesso modo delle arti concorrenti ? la sua evoluzione è il Cut&Past ? questo costituisce un nuovo arrivo della scrittura od un punto di ritorno ? oppure gireremo intorno al problema vero … ossia che SIC testimonia il fallimento della scrittura … proprio mentre vuole elevare i contenuti … dimostra che i contenuti altro non sono che una voce superiore ad una base perfettibile ma sempre la stessa come accade ora alla musica ?
SIC è un progetto che permettendo il taglio del materiale permetterà materiale sempre diverso ? o è solo un metodo che si affinerà nel costruire personaggi che si muovono in situazioni standardizzate da un formula di successo ? come accade ad esempio per le illustrazioni dei fumetti (Bonelli , Image ecc. in testa per sequenzialità visiva) …
.:. hermansji
ps. scusate la lunghezza del commento... e non dite che sono cattivo con SIC che vi ho pure messo il link nella mia seconda sidebar :) ... però ecco uno non può essere sempre buono :)
"o è solo un metodo che si
"o è solo un metodo che si affinerà nel costruire personaggi che si muovono in situazioni standardizzate da un formula di successo ?"
Forse questo rischio c'è, ma anche in questo caso - memori delle tattiche di guerra di Marco Ranius che scagliò l'Ottobre Rosso contro il siluro in modo da impattare prima che questo si potesse armare - si tratta di anticipare il pericolo: basta riconoscere ed esasperare il fenomeno ed ecco che la costruzione di un personaggio standardizzato diviene un processo interessante. Per discutere il resto ora è un po' tardi (1:42), magari in seguito..
PS
[quote]ed ammetto che fa il suo brivido ascoltare la musica di CSI ad esempio è riconoscere il programma usato[/quote]
SIC-CSI. Non male. Però mi pare sia un po' prematuro, eccessivo buttarla subito in tanatologia..
quello sopra è Raputt non
quello sopra è Raputt non loggato