Bene dunque, la presentazione è stata accolta con interesse; circa 40 persone in sala, e alla fine addirittura due domande, che potevano anche innescare una discussione se il tempo non fosse stato tiranno (a questo proposito, complimenti ad Arsenio Bravuomo per logistica e organizzazione impeccabili!)
Parolina ha espresso delle critiche interessanti sul ruolo del Direttore Artistico, riassumibili nell'idea che il risultato di un'opera collettiva NON è collettivo se tutti i partecipanti non hanno voce in capitolo nella definizione di cosa viene incluso, e cosa lasciato fuori.
Questa secondo me è un'idea da abbandonare quando si ha a che fare con gruppi di persone che non si conoscono e condividono alla base solo l'impegno nella costruzione di un'opera. Se il messaggio dell'opera dovesse emergere dalle opinioni e dai desideri di tutti, non potrebbe essere che un compromesso al ribasso verso ciò in cui sono tutti d'accordo. E se in un piccolo gruppo questo è possibile, in un'opera aperta no.
Detto questo, il ruolo del Direttore Artistico è ancora tutto da scoprire – soprattutto non ci è ancora dato sapere in che cosa esattamente consisterà lo specifico della sua arte... Quel che sappiamo, è che sicuramente non si troverà di fronte agli stessi problemi dello scrittore individuale.